domenica 26 dicembre 2010
Christmas Gift
domenica 19 dicembre 2010
Il torrone
Secondo la tradizione, il primo torrone a Cremona sarebbe stato servito il 25 ottobre 1441 al banchetto che si tenne alle nozze, celebrate fra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti. Quel nuovo dolce, sempre secondo la tradizione, era stato modellato riproducendo la forma del Torrazzo, la torre campanaria della città, da cui la tradizione vuole che prenda il nome anche il dolce... lo sapevate? :-)
Muffin natalizi
Dolcetti di Natale!
150 gr di zucchero di canna
lunedì 13 dicembre 2010
Varianti di Stelle
domenica 5 dicembre 2010
Stella allo Yogurt
venerdì 3 dicembre 2010
Patate novelle
mercoledì 1 dicembre 2010
Polentiamo!
lunedì 22 novembre 2010
W il cioccolato!!!
giovedì 18 novembre 2010
Torta a 6 mani
giovedì 11 novembre 2010
Le Castagne
La castagna è un frutto autunnale buona se mangiata arrosto, bollita o utilizzata sotto forma di farina per preparati dolci. Io ho provato questo buonissimo ciambellone alle castagne, è un po' laborioso ma il gusto ripaga la fatica!
Ingredienti:
1,4 kg di castagne
130 gr di burro
170 gr di zucchero
mezzo baccello di vaniglia
un limone ed un'arancia non trattati
2 cucchiai di rum
1 bustina di lievito vanigliato
5 uova
4 cucchiai colmi di maizena o fecola di patate
50 gr di mandorle in polvere
Lessare le castagne con la buccia senza inciderle, partendo da acqua fredda. Cuocere per circa 30 minuti dall'inizio del bollore, poi sbucciarle. Passarne la metà al setaccio (io le ho frullate, già sbucciarle è stato un lavoro certosino...)
Sguscirae le uova e separare i tuorli dagli albumi. Montare i tuorli con lo zucchero, i semi di vaniglia e la scorza grattugiata di mezzo limone e mezza arancia. Quando sono chiari e spumosi, amalgamare il burro ammorbidito, unire il passato di castagne ed aggiungere la maizena setacciata con il lievito, le mandorle e il rum. Montare a neve 2 degli albumi mettendone da parte un cucchiaio appena iniziano a montare. Incorporare delicatamente gli albumi all'impasto e versare il composto in una tortiera da 28 cm foderata con carta da forno. Livellare la superficie con il cucchiaio di albume messo da parte, ed infornare a 180° per 50 minuti. Lasciar rafreddare e cospargere di zucchero a velo.
La castagna si sente tantissimo sia come sapore che come consistenza... provare per credere!!! :D
mercoledì 10 novembre 2010
Un cuore pieno di...
Per festeggiare i nostri sette anni insieme io e Andrea ci siamo cucinati una cenetta “romantica”… a base di fettuccine appunto!
Abbiamo cotto un sughetto di salciccia sbriciolata e funghi, con cui abbiamo condito delle fettucine verdi. Dato che in tutto ciò non c’era niente di romantico, le fettuccine sono state servite all’interno di una cestino croccante a forma di cuore appunto. Il cestino croccante è di pasta frolla salata:
sbattete un uovo con un pizzico di sale, aggiungete 100 gr di burro fuso e 250 gr di farina fino a formare una palla modellabile. Rivestite un cestino a forma di cuore con carta da forno, ricoprite la base e i lati con la pasta frolla e cuocete in forno a 175° finchè non comincia a colorare; lasciate raffreddare. Cinque minuti prima della cena, riempite i cestini con le fettuccine condite ponendo al centro un cubetto di mozzarella. Cospargete di parmigiano e passate 5 minuti sotto il grill.
Potete usare la pasta frolla salata anche per fare dei frollini tipo crekers, provate ad aggiungere all’impasto un po’ di rosmarino sminuzzato o qualche altro odore!
martedì 2 novembre 2010
Scuola di cioccolato
Il cioccolato è un alimento derivato dai semi della pianta del cacao (Theobroma cacao L.) diffuso e ampiamente consumato nel mondo intero. I principali produttori di cacao sono il Sud America, l’Africa e l’Asia. I semi di cacao vengono pressati fino alla separazione della polvere di cacao dal burro di cacao, e vengono poi riamalgamati in quantità variabili, con la sola aggiunta di zucchero e lecitina di soia (per il fondente). Con l’aggiunta di latte o pasta di nocciole abbiamo il cioccolato al latte o gianduia. Per il cioccolato bianco, la polvere di cacao (che è marrone) viene completamente eliminata, si usa solo il burro di cacao (che è bianco).
Volete sapere come si fanno i cioccolatini?
Per prima cosa si prepara il ripieno. La cremina interna dei cioccolatini si può fare con qualsiasi cosa l’importante è rispettare le proporzioni tra liquidi e cioccolato: per esempio con 75 gr di liquido, 150 gr di cioccolato fondente o 165-170 gr di cioccolato al latte o bianco. Portiamo a bollore 75 gr di crema di latte, appena bolle la togliamo dal fuoco e amalgamiamo con il cioccolato finchè non si scoglie. Lasciamo raffreddare. Nel frattempo, avremo fuso il cioccolato di copertura a bagnomaria e procediamo al temperaggio dello stesso, cioè al raffreddamento veloce del cioccolato, fino a portarlo a 31° per il fondente e 29° per il cioccolato al latte o bianco. Versiamo quindi ¾ del cioccolato fuso sul nostro piano di lavoro, lo allarghiamo con una spatola, e lo riportiamo al centro, per 4-5 volte. Poi raccogliamo il cioccolato, lo rimescoliamo con quello rimasto nel nostro pentolino e prendiamo la temperatura. Se lo abbiamo raffreddato troppo, lo riponiamo sul bagnomaria per un minuto scarso. Se lo abbiamo raffreddato poco, ripetiamo il temperaggio. Se è a 31° precisi, abbiamo sbagliato mestiere, dovevamo diventare cioccolatieri!!!
Una volta che il cioccolato è temperato, lo versiamo sul nostro stampo, sbattiamo lo stampo sul piano di lavoro per eliminare bolle d’aria, e ribaltiamo lo stampo per eliminare il cioccolato in eccesso.
Lasciamo rassodare ed intanto riempiamo una sac’a poche con la nostra cremina per farcire il cioccolatino. Rigiriamo lo stampo,
riempiamo i cioccolatini fin quasi all’orlo, coliamo altro cioccolato per chiudere e facciamo rassodare.
Et voilà, i nostri cioccolatini!
La cucina siciliana
La scorsa settimana ho avuto l’occasione di assaggiare una tra le migliori cucine, non solo d’Italia, ma di tutto il mondo: la cucina siciliana. Patria del cannolo e dell’arancina, la Sicilia vanta una vasta scelta di piatti, con pesce e verdure e ovviamente i leggendari dolci meritatamente famosi in tutta Italia.
Primo piatto tra tutti la pasta alla norma, pasta corta condita con un sughetto di melanzane fritte, arricchita con mollica di pane abbrustolita. Buonissima anche la variante al pesce, con aggiunta di pesce spada.
Buonissima e particolare anche la pasta con i pistacchi, io ho assaggiato gli agnolotti che vedete in foto.
Questa la ricetta del pesto di pistacchi, se volete cimentarvi nella preparazione…
Pesto di Pistacchi:
200 gr di pistacchi sbucciati e privati della pellicina
Frullate i pistacchi aggiungendo olio (preferibilmente di semi perché più delicato, ma se vi piace ilsapore forte dell’olio di oliva, va bene anche quello!) e un pizzico di sale, finchè non otterrete una crema morbida. Pesto pronto!
Pensavate fosse difficile eh!?!
Un’altra specialità del luogo è l’arancina, a forma di pera se rossa (condita con ragù) o di mela se bianca (con prosciutto e panna). Una vera delizia!
Il favoloso fritto siciliano annovera tra le sue specialità la ricotta fritta: complicatissima da fare! Bisogna prendere la pastella con le mani, porre al centro la ricotta, chiudere la pastella e mettere a friggere… detta così sembra semplice, ma se pensiamo che sia la pastella che la ricotta sono composti semiliquidi… insomma vi assicuro che è complicato, anzi impossibile se non si è del mestiere!!! Al palato è una vera goduria…
Anche granite, gelati e sorbetti sono particolari del posto: ho assaggiato un buonissimo gelato alla mandorla e questo favoloso sorbetto al mandarino verde… sublime!!!
E i dolci? Beh tutti conoscete il favoloso cannolo o la cassata… ma conoscevate anche le ossa di morto? Sono dolcetti tradizionali messinesi, costituiti da una base dura (spaccadenti) ed una parte superiore bianca più friabile (nella ciotolina trasparente, in foto). Ho anche assaggiato dei biscottini simili ai mostaccioli napoletani… Il tutto accompagnato da un buonissimo liquore al mandarino fatto in casa, gentilmente offerto dai padroni del ristorante!
sabato 23 ottobre 2010
Ancora zucca!
sabato 16 ottobre 2010
La zucca!
Utilizzata non solo in cucina, ma anche in cosmesi e in medicina, la zucca viene persino usata come contenitore e come utensile.
Il termine zucca deriva da "cocutia" (testa), poi trasformato in "cocuzza", "cozuccae" e, infine, zucca. È originaria dell'America Centrale e i semi più antichi, ritrovati in Messico, risalgono al 7000-6000 a.C. Nel nord America la zucca rappresentava un alimento “base” della dieta degli Indiani e infatti i primi coloni impararono da loro a coltivarla. Insieme alla patata e al pomodoro, è stato uno dei primi ortaggi esportati dopo la scoperta dell'America.
La zucca appartiene alla grande famiglia delle Cucurbitacee, molto ricca di varietà, sia per quanto riguarda la forma, che per il colore.
In ogni parte del mondo, la zucca viene utilizzata anche come contenitore: in Africa gli abitanti del luogo sono soliti fabbricare con le zucche cave, delle pipe ad acqua, dove il fumo prodotto dal piccolo braciere viene “indirizzato” tramite un cilindro di legno, nell'acqua contenuta in una zucca dopo aver praticato un foro nella parte superiore di essa, dal quale viene aspirato il fumo filtrato. Alcune varietà di zucche appartenenti alla specie Cucurbita Lagenaria, quando raggiungono la piena maturazione, hanno una buccia durissima e anticamente erano coltivate nelle campagne con il preciso scopo di ricavarne contenitori, borracce per vino o acqua, e perfino imbuti. Per questo motivo la Zucca Lagenaria viene anche detta “Zucca da vino”, poiché dopo essere stata essiccata, al suo interno presenta una cavità che può essere utilizzata per conservare o per trasportare queste bevande o altri liquidi. Le zucche più piccole, invece, dopo essere state essiccate e spaccate a metà, vengono utilizzate come cucchiaio o mestolo.
Con la polpa della zucca si può preparare un’ottima maschera di bellezza, in grado di restituire tonicità e lucentezza alla pelle del viso. In che modo? Schiacciare una fettina di zucca cruda e un pugnetto di semi, mescolare il tutto con un po’ di miele, applicare l'impasto sul viso e lasciarlo in posa per qualche minuto: quasi miracolosamente, tutti i tipi di pelle risulteranno più puliti e levigati.
Con la zucca si può veramente cucinare un pasto intero, dall’antipasto (tortini di zucca), al primo piatto, (i famosi tortelli di zucca) al contorno (è molto indicata ad esempio per accompagnare la carne di maiale), fino al dolce, dove viene utilizzata per la “tipica” torta americana molto nota con il nome di “pumpkin pie”. Il modo più “classico”per gustarla è di tagliarla a fette abbastanza spesse e sbollentarla nel forno al naturale, per poi condirla con una noce di burro e un po’ di sale.
Ieri sera, con la zucca, ho cucinato questo ciambellone: è molto morbido e poco dolce, ideale per la colazione. Ecco cosa ci occorre:
150 gr di zucca
150 gr di miele (io uso quello di acacia)
50 gr di zucchero
2 uova
100 gr di olio di semi di arachidi
230 gr di farina
Mezza bustina di lievito
60 gr di gherigli di noci/nocciole(li ho provati entrambi, a me è piaciuta di più con le nocciole)
Cuocere la zucca a vapore e schiacciarla. Amalgamarla con il miele, lo zucchero e l’olio, aggiungere le uova. Setacciare la farina con il lievito ed aggiungere al composto. Versare in una teglia tonda di 20cm di diametro, foderata di carta da forno, e cuocere a 180 per circa un’ora; se necessario coprire con un foglio di alluminio a metà cottura.
Molto buona provatela!
mercoledì 13 ottobre 2010
Piovono Polpette!
Vi piacciono le polpette?
Prima di darvi le ricette di quelle che ho mangiato ieri sera, vi scrivo alcune curiosità.
Fino al '300, nei ricettari non v'è traccia della parola "polpetta". La prima apparizione avviene nel secolo XV, grazie al Libro de Arte Coquinaria di Maestro Martino, cuoco dell' allora Camerlengo Patriarca di Aquileia.
L' etimologia del termine "polpetta" è, ancora oggi, non del tutto chiara. Secondo alcune interpretazioni, potrebbe derivare dal francese paupière (palpebra),poiché si vuol individuare, nella loro preparazione, un movimento delle mani simile a quello delle palpebre, quando si chiudono per proteggere gli occhi.
Considerando però - come ci dice Maestro Martino - che in origine le polpette non erano fatte con carne macinata e quindi non c'era nessuna particolare manualità alla quale poter collegare la parola paupière, è più probabile che l'etimo sia da individuare nel tipo di carne anticamente privilegiata per questa pietanza: il taglio più tenero del vitello o del cervo, cioè la polpa.
Ecco le polpette che abbiamo mangiato ieri sera:
Polpette di ricotta:
amalgamare 250gr di ricotta con un uovo, 40 gr di parmigiano grattugiato, 4 fette di pan carrè (circa 60 gr) passate nel mixer e qualche foglia di basilico. Salare e pepare. Formare le polpette con le mani. Cuocere al forno al cartoccio per circa mezz’ora, o fino a doratura. Io avendo tante polpette non ho fatto singoli cartocci, ma ho messo le polpette in una teglia foderata di carta da forno ed ho coperto con un altro foglio di carta da forno, chiudendo gli angoli con gli stuzzicadenti.
Polpette di zucca:
cuocere 300 gr di zucca in padella o al forno e schiacciare con la forchetta. Amalgamare con un uovo, parmigiano grattugiato a piacere, rosmarino ed aggiungere pangrattato quanto basta per formare le polpette. Prendere un po’ di impasto nelle mani e formare la polpetta ponendo al centro un cubetto di formaggio. Passare nel pangrattato e cuocere in padella con poco olio.
Polpette di pane:
Frullare nel mixer 100 gr di pane ed amalgamare con un uovo, parmigiano a piacere e, se vi piace, una grattata di scorza di limone. Formare le polpette, passarle nel pangrattato e cuocere in padella con un po’ di olio.
Polpette di broccoletti:
Frullare circa 300gr di broccoletti siciliani precedentemente lessati ed amalgamarli con un uovo, parmigiano a piacere e pangrattato quanto basta per formare le polpettine. Passare nel pangrattato e cuocere in padella con olio.
Ed ecco qui il nostro piatto!
Buon appetito!